Bormio case vacanza

Da molti anni ormai in Alta Valtellina si parla di come migliorare le 4 stazioni sciistiche esistenti (Livigno, Valdidentro – Oga san Colombano, Bormio e Santa Caterina Valfurva). E’ indubbio che le temperature stiano salendo a livello globale e che quindi lo sci sia un’industria sempre più a rischio nel lungo termine ma dall’altro lato è anche indubbio che tali stazioni siano rimaste piuttosto ferme nella loro evoluzione. Con l’eccezione di Livigno, che ha saputo crescere e continuare ad evolversi, il raffronto con l’evoluzione delle stazioni sciistiche similari in Italia, come in Europa, mostra una sostanziale stagnazione dell’infrastruttura esistente per le altre tre stazioni. Come non pensare, ad esempio, alla recente espansione dei vicini della Valcamonica che sono riusciti a collegare il Tonale con Ponte di Legno e Temu’?

Sicuramente il fatto di essere all’interno/nei pressi del Parco Nazionale dello Stelvio rende le cose più difficili per le località dell’Alta Valtellina. Ed è anche questionabile il fatto che ci sia sempre bisogno di crescere, di allargare tali stazioni sciistiche. Forse le cose vanno bene come sono, senza il bisogno di creare caroselli sciistici infiniti e deturpare ulterioremente il paesaggio. Forse bisognerebbe pensare ad altri tipi di turismo, quali il cicloturismo in forte crescita.

Nonostante questo, frequentemente in Alta Valtellina si considera ancora la possibilità di unire le stazioni sciistiche, principalmente riferendosi al progetto più ambizioso – il piano Gasser – che avrebbe l’obiettivo di unire le 4 stazioni sciistiche e creare un carosello paragonabile alle stazioni sciistiche più blasonate al mondo (CENTRO-VALLE-24-08-2019.pdf (sevso.it) consentendo di sciare continuativamente da Livigno a Santa Caterina Valfurva. O addirittura fino al Tonale, dato che si parla anche del collegamento via sci di questa località con Santa Caterina (Tonale, due nuove piste: la speranza è di arrivare con gli sci fino a Bormio- Corriere.it).

Il progetto, in quanto tale, può essere suddiviso in sezioni più piccole, iniziando dall’unire le stazioni sciistiche più limitrofe, come è successo in alta Valle Camonica. Un grande passo avanti in questo senso, è stato fatto da Livigno che ha approvato la costruzione ed ha i fondi per collegare il versante del Carosello con il versante del Mottolino (Livigno, il collegamento dei versanti presto realtà: in arrivo i fondi regionali (sondriotoday.it). Il collegamento si farà e porterà un grossissimo valore aggiunto per Livigno dato che sino ad ora ha dovuto cavarsela con due ottime aree sciistiche ma separate.

Un altro collegamento del quale si parla da tanto tempo senza che però vengano effettivamente fatti dei passi avanti, è il collegamento fra Bormio e Santa Caterina Valfurva. I grossi costi necessari alla sua costruzione e manutenzione, oltre al fatto che si svilupperebbe all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, hanno fatto in modo che il progetto sia sempre rimasto sulla carta (Alta Valtellina, un unico comprensorio che unisca tutti gli impianti di risalita (ilgiorno.it).

Una carta utilizzata molto spesso dagli operatori locali, si riferisce al fatto che gli impianti non verrebbero utilizzati esclusivamente per lo sci, ma offrirebbero l’opportunità di venire utilizzati come mezzi di trasporto i 12 mesi dell’anno, oltre allo sci in inverno e alle passeggiate/biciclette nella stagione estiva. Questa prospettiva avrebbe senso particolarmente nel contesto di Santa Caterina Valfurva che per la maggior parte dell’anno è raggiungibile solo tramite la strada per Bormio. Questo collegamento purtroppo è gravato da una delle maggiori areee franose in Lombardia, la frana del Ruinon (nomen omen, come potete ben immaginare). (Ruinon – ARPA Lombardia). Tale frana è attiva e inizia a muoversi in corrispondenza delle grandi pioggie. Anche se durante il periodo invernale tale frana tende letteralmente a congelarsi, per lunghi periodi la strada è rimasta chiusa o con passaggio regolamentato, isolando letteralmente Santa Caterina Valfurva.

Al fine di bypassare tale progetto, una galleria dal costo di 100 milioni di Euro è stata finanziata dalla Regione Lombardia (Frana del Ruinon, da Regione Lombardia 5 milioni di euro per il bypass stradale (sondriotoday.it). In un contesto del genere, l’idea del collegamento Bormio Santa Caterina avrebbe sicuramente più senso, con la possibilità di utilizzare tale impianti in corrispondenza di periodi critici per la frana ed evitare l’isolamento di Santa Caterina. Anche se logicamente una strada non è perfettamente sostituibile con un impianto sciistico, un elemento del genere potrebbe essere di grande aiuto e utilità. Magari approfittando della possibilità per reindirizzare i 100 milioni  destinati alla galleria per il Ruinon alla costruzione del collegamento sciistico e allo stesso tempo contribuendo al rilancio della stazione sciistica.

Questo richiederebbe un grosso sforzo e la capacità di massimizzare la struttura anche al di fuori del periodo turistico. Sarebbe anche un cambiamento culturale, vista la poca propensione all’utilizzo dei mezzi pubblici da parte della popolazione locale. E aimè vedere gli autobus della Perego circolare frequentemente vuoti (o quasi) in Alta Valtellina ne è la riprova. E questo è purtroppo il caso molto spesso in tutta Italia, paese in cui, troppo i mezzi pubblici – anche quando efficienti, dato che purtroppo spesso non è il caso – vengono utilizzati solo dai giovani o dai meno abbienti, al contrario della vicina Svizzera. Paese nel quale sul sito delle Ferrovie Federali Svizzere, in un unico sito si può acquistare un biglietto unico valido per treni, bus, battelli, teleferiche, funivie, etc. con un unico orario integrato per tutta la Confederazione. Paese al mondo con il numero maggiore di km percorsi per abitante all’anno in Europa (Riding the rails: Which country travels the most by train in Europe? | Euronews). Sicuramente il paese è più piccolo ma sotto il punto di vista dei trasporti molto abbiamo da imparare dagli elvetici. Non per nulla, Livigno si sta impegnando seriamente al collegamento con le ferrovie svizzere (Livigno, in arrivo la ferrovia svizzera (teleunica.com). Già ad oggi il tempo di percorrenza con i mezzi pubblici da Zurigo a Livigno si attesta sulle 3 ore, meno di quanto ci si impieghi ad arrivare in macchina da Milano, portando un livello molto elevato di apertura al mercato del nord Europa.

Paese al mondo con il numero maggiore di km percorsi per abitante all’anno in Europa (Riding the rails: Which country travels the most by train in Europe? | Euronews). Dal punto di vista Italiano, per ottenere questi risultati molto ci sarebbe da fare in termini di infrastruttura, frequenza, affidabilità, oltre alla necessità della creazione di una cultura del trasporto pubblico contemporaneo ad un disincentivo all’utilizzo delle macchine.

Tutte queste considerazioni bisogna farle se si vuole ragionevolemente crescere, collegare le località sciistiche senza creare cattedrali nel deserto e investimenti senza futuro. L’occasione c’è, che piaccia o meno, l’organizzazione delle olimpiadi 2026 è la scusa migliore che si possa avere per utilizzare questa opportunità e che quasi sicuramente non si proporrà più nel futuro. Forse rimane utopico ma perchè non sognare? Tutto sommato anche quando si era costruita la funivia a Bormio 3000 si era realizzato un sogno, per un impianto che date le caratteristiche e l’altitudine è stato un modello per tante altre stazioni alpine. Potremmo mai ripeterci?